di Federica Provenzano
Il diabete è uno dei principali fattori di rischio delle patologie cardiovascolari. Fino a qualche anno
fa, la relazione considerata più pericolosa era quella tra diabete ed infarto. Oggi, grazie ai risultati
raggiunti nel trattamento dell’ipertensione e della dislipidemia, una forte attenzione si sta
concentrando sullo scompenso cardiaco.
La pericolosità del diabete per il cuore aumenta quanto più si correla con altri fattori di rischio
cardiovascolari quali l’ipertensione, le dislipidemie, l’obesità ed il fumo. Questi fattori di rischio
sono molto presenti nei soggetti diabetici: è raro incontrare un paziente che sia affetto solo da
diabete.
Esistono vari tipi di diabete. Quello mellito di tipo 1 è una malattia autoimmune legata ad un
“errore” di lettura da parte del sistema immunitario di alcune componenti dell’organismo. Il diabete
mellito di tipo 2 è connesso a ridotta produzione ed utilizzo dell’insulina nativa da parte
dell’organismo. C’è poi il diabete gestazionale, che si sviluppa durante la gravidanza. Ancora: il
diabete monogenico, che è causato da mutazioni del DNA mitocondriale; il diabete secondario ad
altra patologia ed il diabete iatrogeno, infine, come effetto indesiderato di terapie farmacologiche
croniche.
Il “tipo 2” è un “nemico silenzioso” che interessa la stragrande maggioranza di diabetici e ha un
inizio spesso asintomatico: i segnali si manifestano quando il glucosio che circola nel sangue ha
raggiunto livelli elevati. E’ indispensabile la prevenzione.
La diagnostica della cardiopatia ischemica nel paziente diabetico deve tenere in considerazione
diversi aspetti, tra questi, in particolare, l’identificazione del rischio del paziente.
La disponibilità di nuove tecniche diagnostiche quali la risonanza magnetica nucleare e la cardioTC
consentono, insieme coi test standard quali ECG, ecocardiogramma e test ergometrico, una diagnosi
precoce e accurata di cardiopatia ischemica. A tale proposito, potremmo riconoscere diverse
categorie:
1-pazienti a rischio elevato di sviluppare una coronaropatia; 2- pazienti che presentano una
sintomatologia suggestiva di cardiopatia ischemica; 3- pazienti per i quali si nutra il sospetto di una
eventuale cardiopatia asintomatica.
Il paziente diabetico mostra una prevalenza di ischemia miocardica silente dal 10 al 20% in più
rispetto al paziente non diabetico. Tra le complicanze del diabete troviamo la neuropatia diabetica,
la vasculopatia diabetica, la nefropatia diabetica ed il piede diabetico, una delle più serie ed
invalidanti complicanze a lungo termine del diabete.
Il paziente diabetico, dunque, si convinca che la prevenzione la cura siano indispensabili. Chi ha il
diabete, pensi anche al cuore.
Federica Provenzano
Cardiologa